
"Passa, credimi, il tempo -
Lo dico gaia a quelli che ora soffrono -
Essi sopravviveranno -
Oh sì, c'è un sole -
anche se ora non vogliono credervi -"
Emily Dikinson
La tristezza è un'emozione umana fondamentale e universale, caratterizzata da un sentimento di malinconia, perdita o sconforto ed è parte integrante della personalità umana. La tristezza, sebbene possa essere dolorosa, svolge un ruolo cruciale nella nostra vita emotiva, permette di riflettere su eventi significativi, di elaborare il dolore emotivo e di promuovere una maggiore consapevolezza di sé. Affrontare la tristezza può trasformare un'esperienza difficile in un'opportunità per una maggiore comprensione e resilienza. In alcuni casi la tristezza ci consente di mettere a fuoco le situazioni che creano disagio e ci permette di pianificare un corso d’azione che può farci mettere in atto un cambiamento della nostra vita.
La tristezza all'interno della teoria dei sistemi motivazionali interpersonali (Liotti e altri) si manifesta come mancato raggiungimento della meta in due sistemi motivazionali: attaccamento e agonistico. La tristezza all'interno del sistema di attaccamento è connessa alla perita della figura di riferimento vissuta come protettiva e come guida e segue la protesta per la separazione quando questa non ha effetto o non può essere manifestata. La tristezza da attaccamento impedisce l'attivarsi di altri sistemi motivazionali e può portare a disperazione e distacco emozionale, in alcuni soggetti compare anche la colpa come manifestazione di responsabilità personale per la perdita della persona di riferimento con sentimenti di disvalore e indegnità.
All'interno del sistema agonistico la tristezza segue la sconfitta in una competizione di rango e comporta la resa e l'accettazione di una posizione di inferiorità ed è connessa a vergogna e paura del giudizio.
La nostra società ci spinge a nascondere e rifiutare la tristezza come se provarla significasse essere persone di poco valore, dei falliti. Non dobbiamo dimenticare però che l’esperienza della tristezza accomuna tutti gli esseri umani e come tali prima o poi nella nostra vita ci troveremo ad esperirla, questa esperienza può avere delle funzioni positive per il nostro sviluppo individuale. Respingere, rifiutare o negare le sensazioni di tristezza ci impedisce di accogliere le informazioni che l’emozione ci comunica e favorisce il perdurare dell’emozione che finisce per essere vissuta come estranea e incomprensibile e quindi fonte di ulteriore disagio. Se la tristezza si attiva ma non trova un senso e non se ne individua l'origine non può espletare la sua funzione informativa e viene vissuta come incomprensibile e insensata fino ad assumere la dimensione di una patologia.
Si tratta di accogliere e ascoltare la tristezza concedendosi la possibilità di essere tristi, senza sminuire l'emozione o sdrammatizzare. È umano ed è un nostro diritto sentirci tristi e concederci il tempo necessario per sanare la ferita: si tratta di non negarla, non compensarla, non sognare ad occhi aperti e non cercare distrazioni rimanendo a contatto con questa emozione.
Come si manifesta la tristezza
- Sentirsi stanchi, esauriti o privi di energia.
- Sentirsi sonnolenti, svogliati; desiderare di trascorrere tutto il giorno a letto.
- Sentire che niente può più dare piacere.
- Avvertire una sensazione di dolore o di vuoto al torace o all’intestino.
- Sentirsi vuoti.
- Piangere, gemere.
- Sentire di non poter smettere di piangere, o che se cominciassi a piangere non finiresti più.
- Difficoltà di deglutizione.
- Affanno
- Vertigini
Eventi che suscitano sentimenti di tristezza
- Le cose si mettono male.
- Ottenere ciò che non desideri.
- Non ottenere ciò che desideri e ritieni necessario nella tua vita;
- Pensare a ciò che non hai avuto, pur desiderandolo o ritenendolo necessario.
- Non ottenere ciò per cui hai lavorato con impegno.
- Le cose si rivelano peggiori rispetto a quanto ti aspettavi.
- Morte di qualcuno che ami; pensare alla morte dei tuoi cari.
- Perdere una relazione; pensare a ciò che si è perduto.
- Trovarsi lontano da qualcuno che ami o stimi;
- Pensare a quanta nostalgia hai di qualcuno.
- Essere rifiutato o escluso.
- Essere disapprovato o detestato; non essere stimato dalle persone che ami.
- Scoprirti impotente e senza aiuto.
- Stare con qualcuno che è triste, ferito o in pena.
- Leggere dei problemi degli altri o dei problemi del mondo.
La tristezza spinge a un’azione specifica: ritrovare il bene perduto. Questa attitudine si traduce in un incremento della focalizzazione sul bene perduto e una riduzione dell’attività cognitiva inerente a tutto ciò che non lo è. Si attiva un’immagine mentale del bene perduto e gli stimoli ambientali sono colti se in relazione con esso. Secondo le ipotesi evoluzionistiche il prototipo del bene perduto è un individuo amato e la tristezza è principalmente collegata al bisogno di attaccamento. Connessi alla tristezza possono esservi rabbia se il bene è considerato un diritto o senso di colpa se ci si ritiene responsabili della perdita.
La tristezza tende anche a farci rivolgere l'attenzione verso l'interno, permettendoci di esaminare i nostri sentimenti e pensieri riguardo all’ evento significativo, dietro questa emozione si possono intravedere i nostri bisogni e valori più profondi, ciò che è veramente importante per noi.
Questo processo di introspezione è fondamentale per comprendere l'impatto dell'evento sulla nostra vita, creando uno spazio necessario dentro di noi per le ferite subite. La tristezza permette di riflettere su eventi significativi e di elaborare il dolore emotivo. Ripetute esperienze di tristezza se elaborate consentono una conoscenza più profonda di noi stessi.
La tristezza ci spinge a valutare il significato dell'evento e il suo impatto sulla nostra esistenza. Questo può includere la riflessione su cosa abbiamo perso, cosa ciò significa per noi e come ci sentiamo a riguardo.
Attraverso la tristezza, possiamo identificare e riconoscere una gamma di emozioni complesse, come il dolore, la delusione, la rabbia, la nostalgia, la solitudine, l’impotenza, la fragilità, il senso di vuoto…. Questo riconoscimento è un primo passo importante verso l'elaborazione emotiva e se vi portiamo attenzione può ampliare la gamma della nostra sensibilità.
La tristezza può aumentare l'empatia, permettendo alle persone di connettersi più profondamente con gli altri che stanno attraversando situazioni simili, esperienze di tristezza incrementano il senso di connessione con gli altri esseri umani e talvolta può spingere l’individuo a cercare consolazione nella relazione con l'altro.
In situazioni di perdita la tristezza è una componente chiave del processo di lutto. Permette di affrontare il dolore della perdita, di piangere e di accettare gradualmente la realtà della situazione. Questo processo di lutto, di cui l tristezza è una delle fasi necessarie, è essenziale per la guarigione emotiva.
La tristezza ci spinge a esprimere le nostre emozioni per lasciare andare la tensione emotiva accumulata attraverso il pianto, la scrittura, il dialogo con amici o familiari.
La tristezza non è depressione che è un’esperienza di sofferenza molto più ampia del semplice temporaneo calo del tono dell’umore: la depressione è infatti costante e influenza la nostra energia, interferisce con il sonno e l’alimentazione, abbassa la libido e non permette di gioire di nessun aspetto della nostra vita, si manifesta con rallentamento psicomotorio, provoca mancanza di concentrazione, pensieri suicidi, interferenza con la vita sociale e lavorativa, spesso la depressione non è causata da eventi che la possano giustificare.
Un percorso psicoterapeutico può essere d’aiuto nell’imparare ad accettare e accogliere la tristezza e a trovare strategie più funzionali per elaborarla mettendo a fuoco le esperienze dolorose non comprese per appropriarsene e poterle gestire.
Se pensi di aver bisogno di un consulto psicologico e di iniziare una psicoterapia online, puoi fissare un appuntamento scrivendo a info@marinaugolini.it
dr Marina Ugolini
Bibliografia
Psicologia e biologia delle emozioni – Robert Plutchik
Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline – Marsha Linehan
L'evoluzione della emozioni e dei sistemi motivazionali - Giovanni Liotti, Giovanni Fassone, Fabio Monticelli