Perché non sento più niente? Distacco emotivo

A volte può capitare di non sentire le emozioni e di percepirsi distaccati dalle altre persone e dal contesto senza riuscire a darsene una ragione. Il distacco emotivo è una condizione psicologica in cui una persona si separa dalle proprie emozioni o da quelle degli altri, riducendo al minimo il coinvolgimento affettivo e la partecipazione emotiva.

Come si manifesta il distacco emotivo
La persona sembra emotivamente distante, non reagisce con entusiasmo, tristezza o empatia a situazioni che normalmente richiederebbero una risposta emotiva. Può sembrare insensibile o disinteressata agli eventi, siano essi positivi o negativi mostrando apparente freddezza e apatia.

Chi è emotivamente distaccato trova difficile parlare dei propri sentimenti o persino identificarli. La comunicazione emotiva è minima o assente, creando distanza anche nei rapporti personali più stretti.

La persona tende a evitare relazioni intime o situazioni che richiedono un coinvolgimento emotivo significativo, mantenendo le persone a distanza. Può costruire barriere emotive per evitare il dolore o la vulnerabilità.

Chi soffre di distacco emotivo può evitare eventi sociali o interazioni che implicano la condivisione di emozioni o l'empatia. Tende a preferire attività solitarie o superficiali, che non richiedono coinvolgimento emotivo.

Spesso la persona usa la logica e il ragionamento come scudo per non affrontare o sentire le emozioni. Si concentra solo su fatti e dati, ignorando deliberatamente la componente emotiva di una situazione.

Si può osservare una riduzione della capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri. Gli eventi dolorosi o difficili degli altri vengono trattati con indifferenza o distacco. Si tende a evitare situazioni in cui si potrebbe essere chiamati a sostenere emotivamente gli altri (es. amici in difficoltà o membri della famiglia bisognosi di supporto).

Le persone che sperimentano distacco emotivo spesso trovano difficile sia parlare dei propri sentimenti che identificarli chiaramente. Questa difficoltà può derivare da vari fattori, tra cui meccanismi di difesa psicologici, esperienze traumatiche, o abitudini apprese in contesti familiari o sociali che scoraggiano l’espressione emotiva.

Chi è emotivamente distaccato tende a evitare di discutere i propri stati emotivi, spesso perché:

  • Non sa come descriverli: le emozioni possono sembrare confuse o indistinte, rendendo difficile mettere in parole quello che provano.
  • Paura della vulnerabilità: esporsi emotivamente richiede una certa vulnerabilità, e chi è distaccato può aver sviluppato una paura di essere ferito o rifiutato.
  • Evitamento consapevole o inconscio: parlando dei propri sentimenti, si riattivano emozioni che potrebbero essere dolorose o che preferiscono evitare.


Oltre a non parlarne, queste persone possono avere problemi a riconoscere cosa stanno effettivamente provando. Questo fenomeno è chiamato alessitimia, un termine che si riferisce all'incapacità di identificare e descrivere le proprie emozioni. Può portare a:

  • Confusione emotiva: non riescono a distinguere tra sentimenti come rabbia, tristezza o paura, provando solo un senso generale di disagio o stress.
  • Riduzione della consapevolezza emotiva: mentre altre persone possono essere consapevoli di piccoli cambiamenti emotivi, chi è distaccato potrebbe avere un "anestetico emotivo" che li fa sentire disconnessi dalle proprie emozioni.

Cause del distacco emotivo
Eventi dolorosi del passato, come abusi, relazioni tossiche o esperienze di abbandono, possono portare una persona a chiudersi emotivamente per proteggersi da ulteriori sofferenze. Il distacco diventa una difesa psicologica per evitare di rivivere il dolore.

Chi è sottoposto a stress prolungato o esaurimento emotivo può sviluppare distacco come meccanismo di difesa. In questi casi, il cervello si "scollega" per evitare di essere sopraffatto dalle emozioni.

Nelle persone depresse, il distacco emotivo è spesso un sintomo comune. L'anedonia, ovvero l'incapacità di provare piacere, può portare a un distacco generale dalle emozioni e dalla vita in generale.

L'ansia cronica o i disturbi legati all'ansia possono far sì che una persona si chiuda in se stessa per evitare le emozioni che potrebbero scatenare ulteriori stati di ansia o panico.

In alcune famiglie o culture, esprimere le emozioni può essere visto come un segno di debolezza. Crescere in un ambiente che scoraggia l'apertura emotiva può portare una persona a sviluppare un distacco emotivo come modalità di funzionamento abituale.

Una persona che si trova ad affrontare troppe emozioni in contemporanea o situazioni troppo intense può "spegnersi" emotivamente come meccanismo per gestire l'eccesso di stimoli emotivi.

L'abuso di alcol o droghe può causare un distacco emotivo temporaneo o cronico, poiché tali sostanze possono alterare la percezione e la regolazione delle emozioni.

Conseguenze del distacco emotivo
Sebbene possa servire inizialmente come meccanismo di difesa, il distacco emotivo può portare a sentimenti di solitudine, isolamento, incomprensione, e può compromettere le relazioni personali e professionali. È una condizione che spesso richiede intervento psicoterapeutico per essere affrontata, soprattutto se influisce sulla qualità della vita.
Il riconoscimento e il trattamento delle cause sottostanti sono fondamentali per aiutare una persona a recuperare un contatto sano con le proprie emozioni e con gli altri.

La Teoria Polivagale di Stephen Porges offre un'interessante prospettiva neuroscientifica sul distacco emotivo, spiegando come il nostro sistema nervoso autonomo regola la risposta agli stimoli sociali ed emotivi. Secondo questa teoria, il distacco emotivo può essere interpretato come un meccanismo di sopravvivenza che si attiva quando una persona si sente minacciata o sopraffatta.

Cos'è la Teoria Polivagale?
La teoria polivagale si basa sulla comprensione del ruolo del nervo vago, che è una delle principali vie del sistema nervoso autonomo, responsabile della regolazione delle risposte di "riposo e digestione" (parasimpatico) e delle risposte di "lotta o fuga" (simpatico). Porges divide il nervo vago in due componenti principali:

  1. Vago ventrale: associato al comportamento sociale e al senso di sicurezza.
  2. Vago dorsale: associato alla risposta di immobilizzazione e difesa, tipica di situazioni di minaccia estrema.

I tre stati del sistema nervoso secondo la Teoria Polivagale:

  1. Sistema nervoso vagale ventrale (coinvolgimento sociale): in questo stato, la persona si sente sicura e connessa con gli altri. Le emozioni fluiscono liberamente, c’è apertura sociale e la capacità di provare empatia è alta. Questo è lo stato "ottimale" per il benessere psicologico ed emotivo.
  2. Sistema nervoso simpatico (attivazione): quando percepiamo una minaccia, si attiva il sistema simpatico, portandoci a una risposta di "lotta o fuga". In questo stato, il nostro corpo si prepara ad affrontare un pericolo fisico o emotivo, e le emozioni diventano più intense e orientate alla sopravvivenza (es. rabbia, ansia, paura).
  3. Sistema vagale dorsale (immobilizzazione o shutdown): se la minaccia è troppo intensa o percepita come ineludibile, il sistema vagale dorsale entra in azione. Questo porta a una risposta di immobilizzazione o dissociazione, una sorta di "spegnimento" che può manifestarsi con una perdita di coinvolgimento emotivo e fisico. È una modalità di autoprotezione, simile a ciò che alcuni animali fanno quando "fingono di essere morti" di fronte a un predatore.

Il distacco emotivo nella Teoria Polivagale
Dal punto di vista della Teoria Polivagale, il distacco emotivo può essere visto come il risultato di un’attivazione del sistema vagale dorsale. Questo accade quando una persona, di fronte a stress emotivo o psicologico, non vede altre vie di fuga o di gestione della minaccia, e quindi il sistema nervoso autonomo si "spegne" come difesa.

Ecco come si può applicare il concetto di distacco emotivo:

  1. Percezione di minaccia: una persona che ha vissuto traumi o esperienze di abbandono può percepire le relazioni interpersonali o le emozioni intense come minacciose. In questi casi, il sistema vagale dorsale entra in azione, portando a un distacco emotivo.
  2. Attivazione dello "shutdown": quando il sistema vagale dorsale si attiva, la persona entra in una modalità di immobilizzazione emotiva. Questo significa che le emozioni vengono "spente" per proteggersi dal potenziale dolore. La persona si dissocia dalle proprie emozioni e può sembrare fredda, distaccata o apatica.
  3. Scollegamento sociale: la teoria polivagale sostiene che il sistema vagale ventrale è responsabile del coinvolgimento sociale e del senso di sicurezza nelle relazioni. Quando questo sistema non è attivo, la persona si distacca dalle interazioni sociali, risultando incapace di connettersi emotivamente con gli altri. Questo spiega perché chi è emotivamente distaccato tende a evitare legami profondi e a mantenere una distanza dagli altri.

Cause del distacco emotivo secondo la Teoria Polivagale
Secondo Porges, il distacco emotivo può essere il risultato di una serie di esperienze traumatiche o di esposizioni prolungate a stress che portano il sistema nervoso autonomo a rimanere in uno stato di difesa prolungato. Quando una persona non riesce a sentirsi sicura, specialmente a livello relazionale, il sistema vagale dorsale potrebbe attivarsi regolarmente, creando una condizione di distacco cronico.

Manifestazioni del distacco emotivo legate al sistema vagale dorsale
Anedonia
: incapacità di provare piacere o gioia. Quando il sistema vagale dorsale è iperattivo, la persona non riesce a connettersi con emozioni positive, poiché il sistema di risposta è bloccato.
Riduzione dell’energia emotiva e fisica
: la persona può sentirsi stanca, priva di motivazione o incapace di partecipare emotivamente alla vita quotidiana.
Evitamento delle interazioni sociali
: la persona può sentirsi disconnessa dagli altri e non motivata a cercare relazioni sociali o emotive.

In sintesi, il distacco emotivo nella Teoria Polivagale è visto come una risposta difensiva del sistema nervoso autonomo a situazioni di percepita minaccia o stress. Questa prospettiva offre un’importante chiave di lettura per comprendere il perché alcune persone si chiudono emotivamente e suggerisce percorsi terapeutici che mirano a ristabilire la connessione sociale e la regolazione emotiva.

Secondo Stephen Porges e la sua Teoria Polivagale, la riattivazione del sistema vagale ventrale è fondamentale per ristabilire un senso di sicurezza, connessione sociale e benessere emotivo. Il sistema vagale ventrale è collegato alla capacità di sentirsi sicuri e connessi con gli altri, promuovendo comportamenti di coinvolgimento sociale e di regolazione emotiva. Quando questo sistema è attivo, siamo più in grado di gestire le nostre emozioni, costruire relazioni significative e sentirci a nostro agio nel mondo.

Il sistema vagale ventrale è attivo solo quando ci sentiamo sicuri. Pertanto, il primo passo è ridurre le percezioni di minaccia e creare contesti sicuri, sia fisicamente che emotivamente.
Stabilire e mantenere rapporti con persone di cui ci fidiamo e che ci fanno sentire a nostro agio. Le interazioni umane che offrono sostegno, comprensione e empatia sono essenziali per stimolare il sistema vagale ventrale.
Creare uno spazio fisico in cui ci si sente protetti e rilassati può facilitare l'attivazione del sistema vagale ventrale. Un ambiente tranquillo e rassicurante, con bassa stimolazione sensoriale, può ridurre la risposta allo stress.

Il sistema vagale ventrale è intimamente legato alle interazioni sociali. Porges suggerisce che impegnarsi in attività sociali positive stimola questa parte del sistema nervoso autonomo. Il contatto visivo durante una conversazione, in modo non minaccioso, è un potente attivatore del sistema vagale ventrale. Il contatto visivo trasmette sicurezza e fiducia reciproca, stimolando il senso di connessione.
Le espressioni facciali di accoglienza, come un sorriso genuino, sono segnali sociali che possono riattivare il sistema vagale ventrale. Anche osservare espressioni facciali rassicuranti negli altri può stimolare questo sistema.
Il sistema vagale ventrale è associato all’elaborazione dei suoni. Parlare con un tono di voce morbido e modulato, o ascoltare qualcuno con una voce calma e pacata, può aiutare a indurre una sensazione di sicurezza.

La respirazione è uno dei modi più diretti per influenzare il sistema nervoso autonomo. Il respiro profondo e lento stimola il sistema vagale ventrale e aiuta a promuovere uno stato di calma e sicurezza. Questo tipo di respirazione coinvolge il diaframma e rallenta il ritmo respiratorio, mandando segnali di sicurezza al cervello. Inspirare lentamente attraverso il naso, permettendo al diaframma di espandersi, e poi espirare lentamente, attiva il nervo vago e aiuta a calmare il corpo.

Il contatto fisico può attivare il sistema vagale ventrale, purché avvenga in un contesto di sicurezza e fiducia. Il contatto fisico affettuoso, come un abbraccio o una carezza da parte di una persona cara, può stimolare il nervo vago e creare una sensazione di calma e connessione.

Anche il movimento e la postura possono influenzare il sistema nervoso. Adottare una postura aperta e rilassata, senza tensioni muscolari e con le spalle rilassate, può facilitare l’attivazione del sistema vagale ventrale. Stare rigidi o tesi può invece mantenere il sistema in uno stato di difesa.

La mindfulness è uno strumento potente per aumentare la consapevolezza delle proprie sensazioni corporee e delle emozioni, favorendo l’attivazione del sistema vagale ventrale.

Porges ha condotto ricerche sugli effetti del suono sulla regolazione del sistema nervoso autonomo, suggerendo che alcuni suoni possono stimolare il sistema vagale ventrale. Suoni come la musica dolce e melodica o suoni della natura possono aiutare a creare un ambiente rilassante, facilitando la riattivazione del sistema vagale ventrale.

Un percorso psicoterapeutico può essere d’aiuto per riconnettersi con il proprio mondo emotivo.

Se pensi di aver bisogno di un consulto psicologico e di iniziare una psicoterapia online, puoi fissare un appuntamento scrivendo a info@marinaugolini.it

Dr Marina Ugolini

Bibliografia
La Teoria Polivagale. Fondamenti Neurofisiologici delle Emozioni, dell'Attaccamento, della Comunicazione e dell'Autoregolazione - Stephen Porges (2014)

La guida alla teoria polivagale. Il potere trasformativo della sensazione di sicurezza - Stephen Porges (2018)