Pensiero prospettico: rimuginio e problem solving

Pensiero prospettico: rimuginio e problem solving

La facoltà della mente di immaginare scenari futuri è nota come immaginazione o pensiero prospettico ed è fondamentale per progettare e affrontare il futuro.

Il pensiero prospettico consente di simulare mentalmente situazioni future senza doverle sperimentare direttamente.

Il pensiero prospettico può essere utilizzato in termini di rimuginio e di problem-solving entrambi attivati da una preoccupazione per il futuro.

Il rimuginio può essere confuso con il problem-solving, il rimuginio coinvolge però pensieri ripetitivi e negativi senza una risoluzione chiara e può contribuire al mantenimento di uno stato emotivo negativo, mentre il problem-solving consiste nella valutazione razionale della situazione, l’identificazione dei problemi specifici, la generazione di opzioni possibili e la scelta di una soluzione che sembra essere la più efficace.

Entrambi gli approcci sono parte della gamma normale di risposte cognitive delle persone alle sfide quotidiane, ma il rimuginio eccessivo può portare a uno stato emotivo negativo persistente, mentre il problem-solving è generalmente considerato un modo più adattivo, costruttivo ed efficace di affrontare le difficoltà.

Il problem-solving ci consente di imparare dagli errori del passato che in questo caso sono vissuti come feedback e non come inadeguatezza, contribuisce a prepararci a situazioni future realistiche e non catastrofiche, per quanto stressanti, preparandoci emotivamente ad esse, può ridurre l’ansia grazie all’aver immaginato lo scenario che ci attende consentendo di ridurre le incertezze e ci permette di prevedere e pianificare il futuro esplorando diverse opzioni e considerando i possibili risultati.
Il processo di problem-solving si configura con diversi fattori che lo contraddistinguono dal rimuginio. Consiste infatti in una definizione chiara del problema con l’identificazione dei fattori chiave che lo contraddistinguono, si configura infatti nel raccogliere tutte le informazioni disponibili, nello sviluppare creativamente diverse opzioni e soluzioni possibili. Consente di valutare i vantaggi e gli svantaggi per scegliere l’opzione migliore, considerando la praticabilità, le risorse disponibili e le conseguenze a breve e a lungo termine, definendo ruoli e responsabilità delle persone coinvolte, rimanendo flessibili di fronte a nuove informazioni e valutando i progressi nel tempo.

Quando il pensiero prospettico è però utilizzato in termini di rimuginio può avere effetti disfunzionali sui nostri stati interni.

Secondo molti autori il rimuginio è una strategia di coping disfunzionale di fronte a pensieri ed emozioni negative. Il rimuginio è caratterizzato da una catena di pensieri riguardanti il futuro caratterizzati da pensieri negativi e catastrofici ed è considerato erroneamente incontrollabile e genera ansia e forte preoccupazione per il futuro.

Il rimuginio tende a mantenere o amplificare i pensieri negativi con la conseguenza di rendere duraturi gli stati d’ansia e depressivi. Il rimuginio consiste nel preoccuparsi di eventi che non sono ancora accaduti anticipando scenari in modo pessimistico e catastrofico, che potrebbero spingere la persona ad evitare le situazioni immaginate anche se non esiste una minaccia reale. Il rimuginio porta la persona a focalizzarsi sulle informazioni negative in suo possesso con il risultato di avere un’impressione distorta di se stessi e della realtà.

I pensieri ricorrenti nel rimuginio possono riguardare errori del passato, preoccupazioni per il futuro, autocritica, confronto con gli altri, colpa e autocondanna, fissazione su aspetti irrisolvibili. La catena di pensieri che caratterizza il rimuginio è innescata da un pensiero o un’emozione negativa e si presenta alla mente nei termini di “E se…”.

Il rimuginio si riferisce a un processo mentale in cui una persona continua a ripetere pensieri negativi o preoccupanti sulla stessa situazione senza trovare soluzioni concrete, è proprio la mancanza di un piano che lo distingue maggiormente dal problem-solving.

La persona non sceglie volontariamente di rimuginare, lo fa in genere in modo automatico e inconsapevole. In realtà si tratta di un processo controllabile nel momento in cui diventiamo consapevoli di metterlo in atto, non si tratta di sopprimere il pensiero negativo che lo ha innescato ma di evitare di farci coinvolgere da esso ragionando su questo in termini di rimuginio.

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Dr. Marina Ugolini