Come un genitore può aiutare il bambino a relazionarsi con il proprio mondo emotivo

I bambini piccoli non sono in grado di contenere e gestire autonomamente le proprie attivazioni emotive, è nella relazione con i genitori che si sviluppa questa capacità e si instaurano credenze più o meno funzionali sulle proprie emozioni. I genitori hanno un ruolo fondamentale nel legittimare, validare e contenere le emozioni del bambino.

È normale che i genitori provino una certa preoccupazione quando vedono i loro figli esprimere emozioni intense o quando si trovano in difficoltà emotive. Tuttavia, ci sono delle strategie che possono aiutare i genitori a gestire meglio questi momenti e supportare il bambino nella crescita emotiva.

Cosa può fare il genitore nei confronti del proprio mondo emotivo?

Riconoscere che provare ansia o preoccupazione quando un figlio vive emozioni forti è naturale. Può essere utile riflettere su questi sentimenti per capire se provengono da esperienze personali o timori legati al benessere del bambino. Prendere coscienza delle proprie emozioni permette di evitare di trasmetterle direttamente al bambino, che potrebbe interpretarle come un segnale di pericolo. La capacità di un genitore di contenere le emozioni del bambino è direttamente influenzata dal suo stato emotivo. Prendersi cura del proprio benessere e della propria gestione emotiva è essenziale per poter sostenere al meglio il bambino.

Anche le emozioni difficili (come rabbia, tristezza o frustrazione) fanno parte dello sviluppo e sono fondamentali per l’autoconsapevolezza e la resilienza emotiva. Invece di cercare di “correggere” o “sistemare” le emozioni del bambino, i genitori possono cercare di accoglierle come una parte sana della sua crescita.

Mostrare al bambino che è normale e accettabile esprimere ciò che sente è essenziale per la sua sicurezza emotiva. Fare domande come “Come ti senti?” o “Vuoi raccontarmi cosa ti fa sentire così?” aiuta a validare le sue emozioni. Evitare frasi che minimizzano o giudicano, come “Non c’è motivo di essere tristi” o “Non devi arrabbiarti”, poiché possono far sentire al bambino che le sue emozioni sono sbagliate.

I bambini imparano molto osservando i comportamenti dei genitori. Mostrare come gestire le emozioni (ad esempio, raccontare come si affronta una giornata stressante) insegna loro che si può trovare un modo sano di reagire anche alle emozioni più forti. Spiegare in modo semplice cosa si prova e come si affronta quel sentimento può dare al bambino un esempio su come comportarsi.

Spesso i bambini non sanno spiegare cosa provano, perché non hanno ancora sviluppato il linguaggio per esprimersi. Aiutare il bambino a dare un nome alle emozioni (“Ti sembra di essere arrabbiato?” o “Senti frustrazione?”) gli consente di comprendere meglio cosa sente. A lungo andare, questo riduce la frustrazione e permette al bambino di sentirsi più in controllo.

L’ascolto attivo implica dare piena attenzione, senza interrompere e senza cercare subito soluzioni. Quando un bambino si sente ascoltato, impara a fidarsi delle proprie emozioni e sviluppa una maggiore autostima. Rispondere con empatia (“Capisco che questa cosa ti abbia fatto arrabbiare”) è molto utile per comunicare che il bambino è compreso. E' una presenza amorevole e incondizionata.

Spesso, i genitori reagiscono alle emozioni dei figli con preoccupazione perché temono che le emozioni intense possano essere dannose o permanenti. Ricordare a sé stessi che la maggior parte delle emozioni intense sono temporanee e parte di uno sviluppo sano può aiutare a calmare queste paure.

Ogni emozione può insegnare qualcosa al bambino e può aiutare a sviluppare competenze importanti. La tristezza può portare al desiderio di cercare supporto, la rabbia può insegnare la gestione dei limiti e della frustrazione, e la paura può aiutare a costruire il coraggio e la resilienza. Dimostrare che tutte le emozioni hanno un loro valore dà al bambino una visione equilibrata della vita emotiva.

Come possono i genitori fare in modo che il proprio figlio abbia un rapporto sano con il suo mondo emotivo?

Riconoscere e accogliere le emozioni del bambino
È importante validare le emozioni del bambino senza giudizio. Dire frasi come "Capisco che sei arrabbiato" o "Vedo che sei triste" aiuta il bambino a sentirsi compreso e legittimato nei suoi sentimenti.

Nominare le emozioni
Dare un nome alle emozioni ("Sei arrabbiato?", "Ti senti frustrato?"), come domanda e non come affermazione, aiuta i bambini a riconoscerle e comprenderle. Questo è particolarmente utile per i più piccoli, che potrebbero avere difficoltà a esprimere quello che provano.

Essere un modello di comportamento emotivo
I bambini imparano molto dall'osservazione e dall’imitazione. Mostrare calma e autocontrollo, anche in situazioni stressanti, insegna loro come possono gestire i loro sentimenti. Esprimere i propri sentimenti in modo sano è un esempio potente.

Offrire uno spazio sicuro per esprimere le emozioni
Creare un ambiente in cui il bambino si senta libero di esprimere le proprie emozioni, senza timore di essere sgridato o punito, lo aiuta a sentirsi sicuro nel parlare di ciò che prova.

Utilizzare tecniche di co-regolazione
La co-regolazione è il processo in cui il genitore aiuta il bambino a calmarsi, magari con un abbraccio, respirazioni profonde insieme, o semplicemente rimanendo fisicamente vicino a lui in un momento di difficoltà. La presenza rassicurante di un adulto calma il sistema nervoso del bambino.

Aiutare il bambino a trovare strategie per calmarsi
Ad esempio, insegnare tecniche di respirazione profonda o proporgli di disegnare o scrivere quando è turbato. Offrire strategie di coping lo aiuta a gestire meglio le emozioni in autonomia.

Guidare il bambino a risolvere i problemi
Dopo che le emozioni più intense sono passate, si può aiutare il bambino a riflettere su cosa ha causato la sua reazione e su come può affrontare la situazione in futuro. Questo sviluppa il problem-solving emotivo e riduce la frustrazione. Queste pratiche non solo aiutano a contenere le emozioni, ma "bonificano" il clima emotivo, permettendo al bambino di sentirsi amato e supportato e di sviluppare una buona regolazione delle proprie emozioni.

Il bambino trascurato
Il bambino trascurato vive in un mondo emotivo complesso e spesso doloroso, segnato dall’assenza di cure, attenzioni e affetto che invece sono fondamentali per il suo sviluppo emotivo e psicologico. La trascuratezza non consiste in un'azione specifica ma in un'omissione, manca da parte dei genitori il tempo o la competenza emotiva per accogliere, validare e contenere il mondo emotivo del bambino.

Senso di abbandono e inadeguatezza
La trascuratezza comunica al bambino un messaggio implicito: "Non sei abbastanza importante". Crescendo, il bambino potrebbe iniziare a pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in lui, e questo alimenta sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima. Si tratta di un circolo vizioso, poiché più il bambino si sente inadeguato, più teme di essere rifiutato, evitando spesso di chiedere affetto o attenzione.

Difficoltà nel regolare le emozioni
I bambini trascurati hanno spesso difficoltà a riconoscere e gestire le proprie emozioni. Non avendo modelli di riferimento che insegnino loro a riconoscere e validare ciò che provano, possono diventare impulsivi o ritirati, avendo difficoltà a distinguere tra emozioni diverse come rabbia, tristezza e paura. Le emozioni, dunque, possono diventare travolgenti e difficili da controllare, portando a comportamenti esplosivi o, al contrario, a una totale chiusura emotiva.

Problemi di fiducia e difficoltà nelle relazioni
Crescere senza attenzioni rende difficile sviluppare un senso di fiducia verso gli altri. Questi bambini tendono a diffidare delle persone, a non credere che gli altri possano essere fonte di supporto e conforto. Di conseguenza, tendono a evitare le relazioni o, paradossalmente, a sviluppare una grande paura dell’abbandono, cercando affetto e attenzione in modi a volte problematici o insicuri.

Autostima fragile e ricerca di approvazione
I bambini trascurati crescono spesso con un senso di inadeguatezza, convinti di non essere degni d’amore e attenzione. Questo può tradursi, da un lato, in comportamenti molto insicuri, dove l’approvazione degli altri diventa fondamentale per il loro benessere; dall’altro, può portarli a evitare ogni confronto con il mondo, preferendo la solitudine come difesa contro ulteriori rifiuti.

Reazioni psicosomatiche e disturbi comportamentali
La trascuratezza non si manifesta solo a livello emotivo, ma anche fisico. Molti bambini trascurati sviluppano sintomi psicosomatici come mal di stomaco, mal di testa, difficoltà a dormire, enuresi notturna. Possono manifestare anche disturbi comportamentali, come iperattività, difficoltà scolastiche o comportamenti aggressivi. Questi sintomi spesso rappresentano una manifestazione fisica del disagio interno.

Tendenza all’autosufficienza precoce
Non potendo contare sugli adulti per il proprio benessere, i bambini trascurati sviluppano spesso un senso di autosufficienza precoce. Imparano a fare da soli, a prendersi cura di sé stessi e, a volte, anche di fratelli minori o altri familiari. Anche se questa capacità può sembrare positiva, in realtà è una difesa che nasconde il dolore e il senso di abbandono, e spesso impedisce loro di chiedere aiuto quando ne hanno bisogno.

Un percorso di psicoterapia può essere d'aiuto al genitore per incrementare la conoscenza del proprio mondo emotivo, imparare a osservarlo, accettarlo e autoregolarlo in modo più funzionale e per imparare a relazionarsi con il mondo emotivo dei propri figli.

Se pensi di aver bisogno di un consulto psicologico e di iniziare una psicoterapia online, puoi fissare un appuntamento scrivendo a info@marinaugolini.it

 

Dr Marina Ugolini

Bibliografia
Errori da non ripetere - Daniel J. Siegel, Mary Hartzell