Conoscere l’ansia

L'ansia è una risposta naturale del corpo e della mente a situazioni percepite come minacciose, stressanti o incerte. È un'emozione universale che tutti sperimentano in certi momenti della vita, come prima di un esame, una presentazione o un evento importante. L'ansia ha una funzione protettiva: ci prepara ad affrontare situazioni difficili, aumentando la nostra attenzione e prontezza.

E’ importante normalizzare l'ansia come parte della condizione umana. Provarla non significa avere un problema, ma è un segnale che il corpo sta reagendo a una percezione di pericolo o sfida. Solo quando diventa eccessiva o cronica, interferendo con la vita quotidiana, può diventare disfunzionale e richiedere attenzione.

Cause dell'ansia

Le cause profonde dell'ansia possono essere complesse e derivare da una combinazione di fattori biologici, psicologici, ambientali e genetici. Non esiste una singola causa per tutti, poiché ogni persona può sviluppare ansia in modo unico, spesso come risultato di una combinazione di queste influenze. Di seguito sono elencate le principali cause profonde dell'ansia:

1. Fattori genetici
L'ansia può essere ereditaria. Studi suggeriscono che le persone con una storia familiare di disturbi d'ansia hanno una maggiore probabilità di sviluppare ansia. I geni possono influenzare il modo in cui il cervello gestisce gli stimoli di stress e ansia, rendendo alcune persone più vulnerabili.

2. Fattori biologici
Gli squilibri chimici nel cervello, in particolare i livelli di neurotrasmettitori come la serotonina, la dopamina e il GABA, possono contribuire ai disturbi d'ansia. Questi neurotrasmettitori regolano l'umore e le risposte emotive. Un loro squilibrio può rendere una persona più suscettibile all'ansia.

3. Esperienze traumatiche
Eventi traumatici o stressanti, soprattutto se vissuti durante l'infanzia, possono predisporre una persona a sviluppare ansia. Gli abusi, le perdite, il bullismo, e altre esperienze traumatiche possono lasciare un segno profondo, influenzando la capacità di affrontare lo stress in età adulta.

4. Stress cronico
L'esposizione prolungata a situazioni stressanti (problemi finanziari, relazioni difficili, ambiente di lavoro tossico) può portare a una condizione di ansia cronica. Quando il corpo e la mente sono sottoposti a stress costante, il sistema nervoso può restare in uno stato di "allerta", rendendo difficile rilassarsi o sentirsi sicuri.

5. Modelli di apprendimento e condizionamento
L'ansia può essere appresa attraverso esperienze di vita. Se una persona ha vissuto situazioni in cui ha sperimentato ansia e ha reagito con paura, può imparare a temere o evitare situazioni simili in futuro. Questo processo è chiamato condizionamento.

6. Ambiente familiare e sociale
L'ambiente familiare o sociale può giocare un ruolo significativo. Crescere in un ambiente in cui c'è molta ansia, preoccupazione o critica costante può portare una persona a interiorizzare questi atteggiamenti e sviluppare ansia. Allo stesso modo, un ambiente sociale ostile o stressante, come il bullismo o le difficoltà nelle relazioni interpersonali, può contribuire allo sviluppo dell'ansia.

7. Stile di pensiero negativo (Cognizioni disfunzionali)
Alcune persone sviluppano schemi di pensiero negativo, come catastrofizzare o vedere il mondo come un luogo pericoloso. Questo stile di pensiero può portare a una percezione esagerata delle minacce e a un aumento delle reazioni di ansia.

8. Fattori di personalità
Alcuni tratti di personalità possono rendere le persone più inclini a sperimentare ansia. Le persone con tratti di perfezionismo, tendenza al controllo o insicurezza possono essere più vulnerabili ai disturbi d'ansia.

9. Cambiamenti ormonali
I cambiamenti ormonali possono influenzare l'equilibrio emotivo e contribuire allo sviluppo dell'ansia. Questo è particolarmente vero durante periodi di significativi cambiamenti ormonali, come la pubertà, la gravidanza, il post-parto e la menopausa.

10. Condizioni di salute fisica
Alcune condizioni di salute possono aumentare il rischio di ansia. Patologie croniche come l'ipotiroidismo, le malattie cardiache, i disturbi respiratori e la sindrome dell'intestino irritabile possono influenzare il benessere mentale e contribuire all'ansia.

11. Uso di sostanze e astinenza
Il consumo eccessivo di sostanze come alcool, caffeina, nicotina o droghe può esacerbare l'ansia o addirittura causarla. Inoltre, la sospensione improvvisa di queste sostanze può provocare sintomi di astinenza che aumentano i livelli di ansia.

12. Paura dell'ignoto e incertezza
La paura di ciò che è sconosciuto o imprevedibile può generare ansia. Le persone che hanno difficoltà ad affrontare l'incertezza o che cercano un controllo eccessivo sulle loro vite possono sperimentare ansia quando si trovano di fronte a situazioni nuove o imprevedibili.

Differenza tra paura e ansia

Paura: Reazione a una minaccia reale e immediata.
Ansia: Preoccupazione anticipatoria per eventi futuri o ipotetici.

Le componenti dell'ansia

Fisiche: Sintomi come battito accelerato, respiro corto, sudorazione, tensione muscolare.
Cognitive: Pensieri catastrofici, preoccupazione eccessiva, difficoltà di concentrazione.
Emotive: Sensazione di irrequietezza, nervosismo, paura.
Comportamentali: Evitamento di situazioni percepite come minacciose, procrastinazione.

Come l’ansia si manifesta nei diversi disturbi d’ansia
Disturbo di panico: Attacchi di panico improvvisi e intensi.
Ansia sociale: Paura marcata delle situazioni sociali.
Fobie specifiche: Paura intensa e irrazionale di oggetti o situazioni specifiche.
Disturbo d'ansia generalizzata (GAD): Preoccupazione cronica e diffusa su molti aspetti della vita.

Risposta fisiologica dell’ansia

La risposta fisiologica dell'ansia è un meccanismo naturale del corpo, noto come risposta di "lotta o fuga" (fight or flight), progettato per proteggerci da minacce reali o percepite. Questo sistema si attiva attraverso il sistema nervoso autonomo, in particolare il sistema nervoso simpatico, che prepara il corpo a reagire a situazioni di pericolo.

1. Percezione della minaccia
Quando il cervello percepisce una situazione come pericolosa o stressante (anche se non è un reale pericolo fisico), l'amigdala, una parte del cervello che elabora le emozioni, manda un segnale di allarme.

2. Attivazione del sistema nervoso simpatico
Questo segnale di allarme stimola il sistema nervoso simpatico, che rilascia una serie di ormoni, tra cui l'adrenalina (epinefrina) e successivamente il cortisolo, l'ormone dello stress. Questi ormoni preparano il corpo a reagire rapidamente.

3. Effetti sul corpo
La risposta del sistema nervoso simpatico provoca una serie di cambiamenti fisici:

  • Aumento della frequenza cardiaca: Il cuore batte più velocemente per pompare più sangue ai muscoli e al cervello, preparandoti ad agire rapidamente.
  • Aumento della respirazione: Il respiro diventa più rapido e superficiale per fornire più ossigeno ai muscoli con possibile iperventilazione..
  • Tensione muscolare: I muscoli si contraggono, preparandosi a rispondere fisicamente (attacco o fuga).
  • Dilatazione delle pupille: Le pupille si dilatano per permettere una visione più chiara e acuta.
  • Sudorazione: La pelle suda di più per raffreddare il corpo e prepararsi allo sforzo fisico.
  • Redistribuzione del sangue: Il sangue viene diretto verso i muscoli e lontano da aree come la digestione, rallentando i processi non essenziali.

4. Preparazione all'azione
Questi cambiamenti fisici sono progettati per prepararti a rispondere in modo rapido ed efficace a una minaccia. Se la minaccia fosse reale (es. un pericolo fisico), il corpo sarebbe pronto a fuggire o combattere. Tuttavia, nel caso dell'ansia, spesso la minaccia non è reale o immediata (es. un esame, una preoccupazione ipotetica), quindi questa risposta fisica può sembrare sproporzionata.

5. Ritorno alla calma
Una volta che il cervello riconosce che non c'è una minaccia immediata, il sistema nervoso parasimpatico interviene per calmare il corpo. Questo rallenta il battito cardiaco, riduce la respirazione e rilassa i muscoli, riportando il corpo a uno stato di riposo.

Quando l'ansia diventa un problema?

Questa risposta è utile in situazioni di vero pericolo, ma nell'ansia cronica o disfunzionale, il sistema si attiva troppo spesso o in situazioni inappropriate, causando sintomi spiacevoli e tensione persistente, senza un pericolo reale.
In sintesi, l'ansia attiva una reazione fisiologica che prepara il corpo a rispondere a una minaccia. Tuttavia, quando questa risposta è attivata frequentemente o in assenza di una minaccia reale, può diventare disfunzionale e difficile da gestire.

Il ciclo dell’ansia

Il ciclo dell'ansia è un processo autoperpetuante in cui pensieri, emozioni e comportamenti interagiscono e si rinforzano a vicenda, mantenendo e spesso peggiorando lo stato d'ansia. Questo ciclo segue una sequenza che coinvolge la percezione di una minaccia, la reazione emotiva, i sintomi fisici e i comportamenti che, anziché alleviare l'ansia, la mantengono o la intensificano.

Fasi del ciclo dell'ansia

  1. Pensiero o evento scatenante

L'ansia inizia con un pensiero, una situazione o un evento percepito come minaccioso o stressante. Questo può essere un pericolo reale o immaginario, o anche una preoccupazione anticipatoria su qualcosa che potrebbe accadere.

  1. Interpretazione catastrofica

La mente interpreta l'evento come molto pericoloso o minaccioso, anche quando la realtà non lo giustifica. I pensieri tipici includono previsioni negative o ipotesi catastrofiche ("Sarà un disastro", "Non ce la farò").

  1. Reazione emotiva: Ansia

Questa interpretazione negativa provoca una forte reazione emotiva, ovvero l'ansia. La persona sperimenta paura o preoccupazione, spesso sproporzionate rispetto alla reale minaccia.

  1. Sintomi fisici

L'ansia attiva la risposta fisiologica di “lotta o fuga”, portando a sintomi fisici come:

  • Aumento del battito cardiaco
  • Respirazione accelerata o iperventilazione
  • Sudorazione
  • Tensione muscolare
  • Nausea o vertigini
  1. Comportamenti di evitamento o sicurezza

Per ridurre il disagio, la persona spesso adotta comportamenti di evitamento (fugge o evita la situazione temuta) o usa strategie di sicurezza (comportamenti per proteggersi dall'ansia, come portare con sé oggetti di conforto o cercare rassicurazioni).

Questi comportamenti riducono temporaneamente l'ansia, ma mantengono e rinforzano il ciclo, perché impediscono alla persona di affrontare la situazione e apprendere che le sue paure sono spesso esagerate o infondate.

Comportamenti di sicurezza: Se deve parlare, evita di guardare il pubblico o legge un discorso scritto senza mai alzare lo sguardo.

  1. Rinforzo del pensiero ansioso

Quando la persona evita la situazione o usa comportamenti di sicurezza, l'ansia diminuisce temporaneamente, ma questo rinforza l'idea che la situazione fosse davvero pericolosa e che l'evitamento era l'unico modo per gestirla.

Questo rafforza la convinzione che la prossima volta sarà altrettanto terribile o peggiore, facendo sì che il ciclo si ripeta e si intensifichi.

Riepilogo del ciclo:

  1. Pensiero o evento scatenante
  2. Interpretazione catastrofica
  3. Ansia
  4. Sintomi fisici
  5. Comportamenti di evitamento o sicurezza
  6. Rinforzo del pensiero ansioso → Il ciclo ricomincia.

Come rompere il ciclo dell'ansia?
Il ciclo dell'ansia può essere spezzato attraverso diverse tecniche terapeutiche, tra cui:

  • Ristrutturazione cognitiva: Identificare e modificare i pensieri catastrofici o irrazionali.
  • Esposizione graduale: Affrontare le situazioni temute progressivamente, senza evitare, per imparare che l’ansia diminuisce col tempo e che la minaccia percepita non è reale o è esagerata.
  • Tecniche di rilassamento e respirazione: Per ridurre i sintomi fisici dell'ansia.
  • Accettazione dell’ansia: Imparare a tollerare e accettare i sintomi dell'ansia senza evitarli, riconoscendo che sono temporanei e non pericolosi.

Capire il ciclo dell'ansia aiuta a prendere consapevolezza di come i pensieri, le emozioni e i comportamenti si influenzano a vicenda e fornisce la chiave per intervenire e interrompere il ciclo.

Ansia come copertura di altre emozioni

L'ansia può spesso funzionare come una sorta di copertura o difesa rispetto a un mondo emotivo percepito come caotico e incomprensibile. Per molte persone, l'ansia non è semplicemente una reazione fisiologica o psicologica isolata, ma è piuttosto il sintomo di un conflitto interiore più profondo. In questo senso, l'ansia diventa una risposta a un insieme di emozioni irrisolte o mal comprese, che rimangono sotto la superficie della consapevolezza. Vediamo come questo può avvenire.

Quando una persona fatica a riconoscere e gestire le proprie emozioni, il mondo interno può diventare estremamente difficile da navigare. Emozioni come la rabbia, la tristezza, il dolore, o la frustrazione potrebbero non essere comprese o accettate, e in risposta si genera ansia. In questo caso, l'ansia funziona come una copertura che permette di evitare il confronto diretto con questi sentimenti profondi e confusi. È un meccanismo protettivo che evita di affrontare emozioni troppo difficili o dolorose.
La persona potrebbe aver imparato, spesso già dall'infanzia, a non esprimere o a non esplorare certe emozioni, per cui queste emozioni si accumulano e creano un senso di caos interno. L'ansia può diventare un modo per sopprimere e controllare quelle emozioni non elaborate.
L'ansia diventa un filtro che separa la persona dal proprio mondo emotivo, proteggendola da sentimenti che sembrano troppo difficili da gestire. Tuttavia, questa disconnessione porta spesso a un senso di alienazione e a un'escalation dell'ansia stessa.

Una delle caratteristiche dell'ansia è il tentativo di mantenere il controllo su qualcosa di percepito come caotico o imprevedibile. Di fronte a un mondo emotivo complesso e spesso incomprensibile, l'ansia può emergere come una sorta di strategia di controllo: controllare i pensieri, le reazioni e le situazioni esterne per evitare di essere sopraffatti da emozioni scomode o dolorose.
Chi soffre di ansia spesso tenta di gestire rigidamente le proprie esperienze emotive e i propri pensieri per evitare il caos interiore. Tuttavia, questa strategia non fa che alimentare ulteriormente l'ansia, poiché le emozioni rifiutate o represse continuano a esercitare la loro influenza.
L'ansia può anche nascere dalla paura di affrontare emozioni che sembrano impossibili da prevedere o da controllare. La persona può temere di perdere il controllo delle proprie emozioni, portando a una spirale crescente di paura e ansia.

Quando una persona non ha sviluppato la capacità di comprendere o dare senso alle proprie emozioni, queste possono apparire minacciose e inspiegabili. Invece di elaborare ciò che sente, la persona prova ansia, perché l'emozione sottostante rimane oscura e sembra intrattabile.
Emozioni non riconosciute, mal interpretate o represse possono contribuire a un senso di confusione interna. Questo è particolarmente vero per chi ha difficoltà a nominare o identificare ciò che sta provando, un fenomeno noto come alessitimia.
L'ansia può funzionare come una fuga o un evitamento dalle emozioni reali. Più la persona si allontana dal confrontarsi con il proprio mondo emotivo, più le emozioni si accumulano, creando un ciclo in cui l'ansia aumenta progressivamente.

Molte volte, l'ansia può essere un segnale che c'è un conflitto emotivo non risolto. Questo conflitto può essere tra emozioni diverse (ad esempio, desiderio e paura) o tra l'emozione vissuta e ciò che la persona crede di "dover" sentire. L'ansia nasce quando le emozioni non sono integrate o accettate.
La persona può vivere una profonda ambivalenza emotiva, ad esempio, voler essere amata ma temere l'intimità, desiderare il successo ma temere il fallimento. Questo crea un cortocircuito emotivo che alimenta l'ansia.
La psiche può cercare di rimuovere dalla coscienza emozioni dolorose o inaccettabili. Tuttavia, ciò che viene rimosso non scompare del tutto, ma si manifesta attraverso sintomi come l'ansia.

Spesso, chi vive con un'ansia cronica ha avuto esperienze di trascuratezza emotiva, critiche costanti o un'educazione dove non venivano validate le proprie emozioni. Quando da piccoli non si impara a gestire il proprio mondo emotivo, da adulti ci si può ritrovare senza gli strumenti per affrontare l'angoscia interiore. Il risultato è una sensazione di caos emotivo, che si manifesta sotto forma di ansia.
Un'infanzia segnata da una mancanza di contenimento emotivo può creare adulti che vedono le proprie emozioni come minacciose o incontrollabili. L'ansia in questo caso diventa un tentativo di "gestire" un mondo emotivo che sembra ingestibile.
Quando i genitori non offrono un modello su come identificare, esprimere e regolare le emozioni, il bambino cresce senza saperle gestire. Da adulto, ogni emozione forte o sconosciuta può sembrare una minaccia, portando a un aumento dell'ansia.

Per affrontare l'ansia come difesa contro un mondo emotivo caotico e incomprensibile, è necessario imparare a riconoscere e integrare le proprie emozioni. La psicoterapia può aiutare a esplorare le emozioni represse o non comprese, e ad acquisire strumenti per gestirle in modo sano.

L'ansia può essere vista come una copertura per un mondo emotivo percepito come caotico e incomprensibile. Questo si verifica quando le emozioni sono represse, non riconosciute o gestite in modo inadeguato. L'ansia, in questi casi, diventa una difesa contro il dolore emotivo, un tentativo di controllo e una risposta a un conflitto interno irrisolto. Per superare questa condizione, è fondamentale lavorare sulla comprensione e l'accettazione delle emozioni, con l'aiuto di terapie che mirano a far emergere e integrare il mondo emotivo nascosto sotto l'ansia.

Una psicoterapia può essere d’aiuto per intraprendere un percorso che consenta di comprendere le proprie modalità di attivazione dell’ansia.
Se pensi di aver bisogno di un consulto psicologico e di iniziare una psicoterapia online, puoi fissare un appuntamento scrivendo a info@marinaugolini.it

dr Marina Ugolini