Ipercontrollo e disagio psicologico

Ipercontrollo e disagio psicologico

Nel corso dell’evoluzione umana per il singolo individuo l’appartenenza a un gruppo rappresentava l’unica possibilità di sopravvivere alla predazione e alla denutrizione, per questo motivo ancora oggi appartenere a un gruppo ci fa sentire protetti, sicuri, amati e accuditi. La maggior parte delle conquiste umane sono fondate su processi collaborativi, nulla di quello che è stato creato dagli esseri umani potrebbe esistere senza questi processi. La connessione sociale è alla base del nostro benessere individuale e della sopravvivenza delle specie.

Alla base della possibilità di mantenere stabile e coeso un gruppo umano c’è un certo grado di autocontrollo da parte degli individui. L’autocontrollo è premiato dalla società e tende a mettere in ombra i comportamenti ipercontrollati che possono essere ugualmente disfunzionali per la persona e il gruppo. Solitamente è sancito il discontrollo in cui le segnalazioni sociali sono drammatiche, disinibite, imprevedibili e dipendenti dall’umore. Anche nelle ipotesi che indagano il disagio psicologico è in genere considerato disfunzionale il comportamento discontrollato degli stati emotivi come difficoltà a stabilire e mantenere relazioni intime funzionali e appartenere senza difficoltà al gruppo sociale in modo da poter cooperare. L’ipercontrollo è sottovalutato come difficoltà a cooperare e far parte di un gruppo sociale anche se crea disagio psicologico e difficoltà nelle relazioni intime.

L’ipercontrollo è la tendenza a cercare di controllare e regolare eccessivamente gli eventi, le emozioni o il proprio comportamento. L’ipercontrollo è un comportamento rigido e governato da regole. Gli individui ipercontrollati anche se si sentono ansiosi, depressi o angosciati si sforzano di non mostrarlo all’esterno. Questo atteggiamento di minimizzazione del disagio rende difficile alle altre persone rendersi conto dello stato mentale del soggetto. L’individuo ipercontrollato ha bisogno di apparire competente e in controllo indipendentemente dal suo stato emotivo interno. Questi individui provano eccessiva fatica nel loro autocontrollo nelle relazioni anche se non riescono a frenarlo. Gli individui che mostrano ipercontrollo sono a loro agio in situazioni relazionali strutturate in cui esistono ruoli e compiti prestabiliti (lavoro, sport) mentre sono in difficoltà nelle relazioni libere da struttura (una festa ad esempio).

Anche se provano il desiderio di avere relazioni sociali vivono se stessi come esclusi ed estranei al gruppo e hanno difficoltà se non addirittura non sono in grado di unirsi agli altri per costruire relazioni intime. In questi soggetti mancano i segnali prosociali, l’espressione è piatta e impassibile, mancano cenni affermativi e sorrisi, mancano segnali amichevoli e di cooperazione, l’espressione e la mobilità sono caratterizzati da fissità oppure sono presenti espressioni eccessivamente prosociali insincere e fittizie. La voce è piatta, monotona inespressiva e lenta, ci sono lunghe pause prima di rispondere alle domande e lunghe pause di silenzio possono coprire l’attivazione emotiva non espressa di disaccordo o rabbia.

Gli individui ipercontrollati sperimentano una sensazione di solitudine emotiva costante. Queste persone hanno la tendenza a pianificare, ritardare la gratificazione e per risolvere rapidamente le incertezze tendono a perseverare in soluzioni già sperimentate anche quando il contesto è nuovo e le vecchie soluzioni non sono applicabili con successo.

Gli ipercontrollati hanno la tendenza a focalizzare la loro attenzione sui dettagli e a perdere la visione globale, mostrano anche un’elevata sensibilità alla minaccia notando lievi cambiamenti nell’ambiente valutati come pericolosi, vi è anche ridotta sensibilità alla ricompensa che genera una mancanza di desiderio, di voglia di eccitazione e entusiasmo.

Si ipotizza che l’ipercontrollo sia originato da tre fattori:

  • Il temperamento, cioè le influenze genetiche
  • Le influenze familiari e culturali
  • Lo stile di coping, cioè la tendenza a esercitare un eccessivo autocontrollo in situazioni di stress e la tendenza a emettere segnali prosociali freddi e distaccati.

I soggetti ipercontrollati mostrano principalmente quattro deficit:
Deficit nella ricettività e nell’apertura: il soggetto è ipervigile e tende a percepire gli stimoli come minacciosi e a interpretarli più come minaccia che come possibile ricompensa. Ambiguità e incertezza sono considerati spiacevoli e in questo senso c’è un eccessivo ricorso alla pianificazione con tendenza a evitare situazioni nuove, la persona ha la tendenza a punirsi quando commette un errore. Chi è ipercontrollato ha difficoltà nel dare valore ai feedback che riceve in caso di critica e tende a mettersi sulla difensiva.

Deficit nella risposta flessibile: la persona preferisce situazioni strutturate come il lavoro a situazioni di semplice divertimento, è perfezionista e tende ad avere standard elevati, si mostra governato compulsivamente da regole, mostra forti certezze credendo che ci sia un modo giusto di comportarsi e che via sia una sola risposta corretta. Sottovaluta la componente emotiva a favore di rigide regole di comportamento. Si impegna duramente per evitare di essere criticato, ha difficoltà a modificare i piani di azione in funzione del contesto.

Deficit nell’espressione e nella consapevolezza emotiva: Il soggetto può avere difficoltà a discernere le sensazioni corporee delle emozioni e a distinguere le diverse emozioni. Quando è ansioso o depresso può pensare di essere stanco o può sentirsi intorpidito e vuoto quando prova emozioni. Ha la tendenza ad usare un linguaggio che non tiene conto delle emozioni parlando piuttosto di pensieri. Tende a mascherare le proprie emozioni e a non mostrarne le espressioni corporee.

Deficit nella connessione sociale e nell’intimità: la persona ha uno stile relazionale freddo e distaccato, è cauto trattenuto e riservato nelle relazioni, trova le relazioni interpersonali faticose e non gratificanti, partecipa ad attività sociali più per senso del dovere che per il piacere di farlo. Tende a dar valore alle relazioni orientate al raggiungimento di un obiettivo e svaluta il semplice stare insieme per il piacere di farlo. E’ tendenzialmente lento nel sentirsi a proprio agio con una persona che non conosce e tende a non parlare di se stesso. Può dedicare molto tempo a decidere quale può essere il comportamento adeguato in un determinata situazione.

L’ipercontrollo può essere presente in una serie di disturbi psicologici quali:

  • Disturbo ossessivo compulsivo di personalità,
  • Disturbo paranoide di personalità,
  • Disturbo evitante di personalità,
  • Anoressia nervosa,
  • Disturbo schizoide e schizotipico di personalità,
  • Disturbi dello spazio autistico,
  • Ansia resistente al trattamento,
  • Depressione.

L’eccessivo autocontrollo può quindi essere problematico quanto il discontrollo, il primo passo è quello di prendere atto di avere problemi in questo senso, un percorso psicoterapeutico può essere d’aiuto nel rendere maggiormente flessibile il proprio modo di mettersi in relazione diventando maggiormente consapevoli del proprio funzionamento relazionale.

Se pensi di aver bisogno di un consulto psicologico e di iniziare una psicoterapia online, puoi fissare un appuntamento scrivendo a info@marinaugolini.it

dr. Marina Ugolini

Bibliografia
Manuale RODBT – Thomas R. Linch