Che Cos’è la depressione?
L’esperienza depressiva è umana e normale a causa della comune precarietà della vita. Deflessioni transitorie e intermittenti dell’umore sono normali e sane. Esiste la morte, la malattia, le perdita di persone o situazioni, il mancato raggiungimento di obiettivi importanti. Nella vita ci troviamo ad affrontare queste situazioni da cui risultano tristezza, rabbia e deflessione dell’umore.
L’attivazione emotiva in condizioni normali è come un sasso in un lago, si creano onde, ma queste onde tendono a diminuire di intensità fino ad annullarsi in modo naturale, la deflessione dell’umore è più persistente e può in certe circostanze perdurare per l’intera giornata fluttuando nella sua intensità, è comunque un fenomeno passeggero se non si struttura in un disturbo persistente.
E’ in adolescenza che impariamo ad affrontare le esperienze depressive, ognuno di noi sviluppa credenze, vive esperienze e crea strategie di fronteggiamento più o meno funzionali o disfunzionali.
Quando i pensieri depressivi persistono, i sintomi non sono più fluttuanti ma si organizzano in strutturazioni stabili in cui non è più presente l’interesse e il piacere di vivere, ci sono problemi di sonno e alimentazione, c’è rallentamento comportamentale allora si può parlare di disturbo depressivo.
Il disturbo depressivo porta ad un tipo di attenzione selettiva orientata a notare gli aspetti negativi della realtà, questa tendenza amplifica la negatività estendendola a volte a tutte le aree della vita, l’accesso alla memoria si limita ai ricordi negativi, le valutazioni su se stessi e sull’altro sono incentrate su autocritica, autosvalutazione e senso di solitudine. L’evento scatenante può essere più o meno presente alla mente della persona.
Ruminazione e rimuginio
Nella depressione la ruminazione e il rimuginio sono le caratteristica centrali e consistono nella difficoltà a controllare i pensieri ricorrenti sui problemi personali. Lo scopo della ruminazione sarebbe quello di tentare di comprendere le cause della tristezza e di trovare i modi per gestire i pensieri e le emozioni disturbanti mentre il rimuginio sarebbe volto ad anticipare il pericolo futuro. Entrambe le strategie sarebbero scatenate da pensieri ed emozioni negative e mirerebbero alla loro regolazione. Ruminazione e rimuginio tendono a rendere persistente il disturbo dal momento che in essi manca l’elemento di elaborazione di piani efficaci. Il tempo passato a rimuginare sui propri stati emotivi non fa altro che alimentarli. Ruminazione o rimuginio possono essere depressivi o rabbiosi, in quelli depressivi prevale autocritica, autoanalisi, pensiero controfattuale (cosa avrei potuto fare); in quelli rabbiosi consiste nella rievocazione di esperienze passate, elaborazione analitica dell’evento, ricerca di soluzioni non più applicabili perchè l’evento è collocato nel passato.
L’ambiente evolutivo che avrebbe dovuto consentire di esprimere le attivazioni emotive ha invece fatto sentire la persona fragile, stupida, sbagliata, cattiva quando esprimeva emozioni e si sono così consolidate la ruminazione e il rimuginio come strategie di fronteggiamento dell’attivazione emotiva invece della capacità di riconoscere, nominare e modulare le emozioni e considerarle come normale funzione della nostra mente che ci aiuta a decidere come agire in un dato momento.
Alcune strategie per gestire il rimuginio e la ruminazione sono:
- Diventare consapevoli di ruminazione e rimuginio
- Prendere un appuntamento durante la giornata in cui rimuginare e ruminare e darsi un tempo limitato per farlo.
- Prendere atto progressivamente del fatto che la ruminazione e il rimuginio sono controllabili attraverso l’esperienza della dilazione (appuntamento specifico per ruminare e rimuginare)
- Scrivere un diario dei propri pensieri negativi o rabbiosi.
- Praticare 30 minuti di mindfulness. Sdraiarsi in un posto comodo, chiudere gli occhi, portare l’attenzione al respiro alle narici, al torace o all’addome (dove vi trovate meglio). Osservare pensieri ed emozioni che arrivano alla mente come treni che passano in una stazione o nuvole in cielo, dopo averli osservati senza pensarli riportare con gentilezza l’attenzione al respiro. Continuare per trenta minuti segnalati da un timer.
Terapia
Un percorso psicoterapeutico può essere d’aiuto per sciogliere la strutturazione del disturbo.
I farmaci prescritti da uno psichiatra possono essere di aiuto perché attenuano i sintomi.
Per la persona che soffre di un disturbo depressivo è importante sapere che si tratta di un tunnel dal quale è possibile uscire.
La depressione può costituire una grande opportunità di trasformazione, può rappresentare la possibilità di entrare in contatto con i propri bisogni e desideri più profondi e consentire una rinascita.
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Dr. Marina Ugolini
Bibliografia
Terapia metacognitiva dei disturbi d’ansia e della depressione – Adrian Wells